Laurea a.a 2018/2019

Sono Jenny Perpetuini Di Teodoro. Sono nata in Colombia e vivo in italia da ben sedici anni. Sono una studentessa di Mediazione Linguistica presso la SSML Gregorio VII, studio inglese, spagnolo e arabo. Ho svolto il mio tirocinio presso la Temple University come assistente di lingua italiana per gli studenti americani. Le mie due più grandi passioni sono il canto e il nuoto.

Video tesi

Il Mediatore Linguistico e Culturale: ruolo e competenze
The Linguistic and Cultural Mediator: role and skills
Il Mediatore Linguistico e Culturale: ruolo e competenze
(Solo immagini e musica)

Barranquilla

Barranquilla, ufficialmente Distretto Industriale e Portuale di Barranquilla, è la capitale del dipartimento dell’Atlantico, Colombia. È situata sul margine occidentale del rio Magdalena a 7,5 km dal suo sbocco nel mare Caraibico. È il principale centro economico della regione caraibica. Durante l’epoca dell’indipendenza, Barranquilla si differenziò per l’appoggio dei sui abitanti ai liberali. Nella seconda metà del XIX secolo, acquisisce importanza strategica ed economica con l’inizio della navigazione a vapore lungo il fiume Magdalena, e questo le permise di diventare il principale centro esportatore del paese fino alla prima metà del XX secolo. Dalla fine del XIX secolo fino agli anni ’30, Barranquilla fu il principale punto d’entrata in Colombia di migliaia di migranti e di migliaia di innovazioni, come l’aviazione, la radio commerciale e la telefonia.

La popolazione di Barranquilla è di 1.228.621 persone e questo la rende la quarta città più popolata del paese dopo Bogotà, Medellìn e Cali.

Come capitale dipartimentale, Barranquilla è sede del Governo dell’Atlantico, dell’Assemblea Dipartimentale e del Tribunale Superiore dell’Atlantico, massimo organo giudiziario del dipartimento.

Barranquilla è sede di una delle festività folcloriche e culturali più importanti della Colombia: Il carnevale di Barranquilla, dichiarato Patrimonio Culturale della Nazione dal Congresso della Colombia nel 2001 e Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dalla Unesco nel 2003. La città fu designata Capitale Americana della Cultura nel 2013.

Cosa vedere…

Carnevale di Barranquilla 2019

Il carnevale di Barranquilla è il secondo carnevale più importante al mondo dopo quello di Rio de Janeiro, dal 2003 è patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO e ogni anno muove milioni di colombiani per assistervi. La cosa straordinaria di questo carnevale è che funge da punto di incontro di tutte le varietà culturali della Colombia: quella europea che è alla base della festività, quella africana riconoscibile nei costumi colorati e nelle maschere elaborate, quella indiana che funge da elemento di congiunzione. I festeggiamenti cominciano il sabato di carnevale e si concludono il martedì. Migliaia di persone sfilano a ritmo di musica durante la grande parata della domenica e del lunedì. Protagonisti principali sono Rey Momo, lo spirito dello scherzo, e la sua compagna, la regina. Da vedere assolutamente in un viaggio in Colombia!

La tigresa con su cachorro

Lo zoo di Barranquilla è un parco che possiede diverse specie animali visibili al pubblico. Progettato dal Fondo Botanico e Zoologico di Barranquilla, ha un’area di 10.000 m² e circa 109 specie native e forensi, come la tigre bianca, specie in via d’estinzione.

Il parco fu inaugurato ufficialmente nel febbraio del 1953 con il nome di “Roberto Puyana”. Tra il 1968 e il 1975 si registrò il maggior numero di animali esotici che furono inter-scambiati per specie native con gli zoo di Zurigo, Lisbona, Barcellona, Miami, e altri.

Nel decennio del 1980 le Imprese Pubbliche Municipali, che fino a quel momento avevano gestito lo zoo, entrarono in crisi e l’Istituto Nazionale delle Risorse Naturali decise di chiudere lo zoo date le sue condizioni. Nel 1993, il governo di Barranquilla firmò un contratto di amministrazione con la Fondazione Botanica e Zoologica di Barranquilla. Nel 2012 lo zoo venne spostato dietro il parco Muvdi.

Iglesia de San Nicolás de Tolentino 

La iglesia de San Nicolás de Tolentino è una chiesa di culto cattolico, realizzata in onore di San Nicola da Tolentino, patrono della città. È un edificio in stile neogotico, la cui costruzione risale alla seconda meta del XVII secolo.Il tempio era situato nel centro storico di Barranquilla. Nel 2005 la chiesa venne dichiara Bene d’Interesse Culturale di carattere Nazionale dal Ministero della Cultura della Colombia.

La chiesa di San Nicola possiede come reliquia autentica un panno impregnato con il sangue del santo, che viene venerato nelle feste. L’altra reliquia è un osso del santo incastonato nell’Altare Maggiore.

Gastronomia

Bollitos de yuca rellenos de queso

La cucina di Barranquilla combina sapori del pesce di mare e di fiume con fritti tradizionali come la arepa de huevo e con amasijos (impasti di farina) tra i quali si distinguono le almojábanas (pane di mais).

Il mix culturale e l’influenza dei Caraibi, apportano diversità e sapore nella gastronomia, piatti tipici come il sancocho de guandu (zuppa di carne salata), la butifarra, los bollos de yuca.

Oltre a questi piatti tipici e e grazie all’eredità culturale, si possono trovare anche piatti della cucina peruviana, cinese, giapponese, libanese, brasiliana, italiana e francese.

La butifarra de Soledad, el arroz del liza e anche i chicharrones che si preparano a Baranoa, sono alcuni piatti imperdibili per chi visita il dipartimento dell’Atlantico. Invece, per quanto riguarda le bibite e i dolci tipici di questa zona, abbiamo i succhi di frutta naturali, come corozo, tamarindo, zapote e níspero, e dolci come la alegría, enyucado, la arropilla e le cocadas.

Cali

El Cristo Rey

Cali, ufficialmente Santiago de Cali, è una città della Colombia. Terza per numero di abitanti (circa 2,5 milioni di abitanti), capoluogo del dipartimento di Valle del Cauca ed è il principale centro economico, industriale e finanziario del sud-ovest della Colombia. Situata nella regione Sur del Valle del Cauca, si trova tra la cordigliera occidentale e quella centrale delle Ande.

Il centro della città è diviso in due dal Rio Cali. Il cuore dell’abitato è nella parte sud, e presenta una pianta a scacchiera, al cui centro c’è la Plaza del Caycedo. A nord del fiume si estende la parte nuova della città, la cui arteria principale è l’Avenida Sexta.

Cali è una delle città più antiche della Colombia e del continente americano. Fu fondata ufficialmente da Sebastiàn de Belalcàzar il 25 luglio del 1536. All’arrivo degli spagnoli la valle era abitata da tribù indigene calima. Nonostante l’opposizione degli indios, fu fondato un insediamento chiamato Santiago de Cali, in seguito Cali.

Cali e in generale tutta la regione inter-andina costituirono un’area interessante nell’ambito archeologico dell’epoca precolombiana. Nei pressi di Cali sono state rinvenute vestigia archeologiche della cultura Calima, appartenente alla famiglia linguistica del caribe.

Nel 1534 Sebastiàn de Belalcàzar fonda Quito; dopo qualche tempo fonda la città di Popoyàn. La conquista dell’impero inca non è stata dura; nemmeno quella delle popolazioni amerindie si rivelò ardua in quanto queste ultime, essendo divise in tribù, non lottarono contro il nemico comune. La battaglia definitiva si svolse nel 1536.

Fino al XVIII secolo, il territorio di Cali era occupato da fattorie e la città si estendeva fino al fiume. Le fattorie erano proprietà della classe spagnola, in stile coloniale con numerosi schiavi usati nelle piantagioni di Canna da zucchero. Cali, da sempre occupava una posizione strategica per il commercio: era difatti un posto chiave tra l’Antioquia e
Popoyàn.

Cosa vedere…


Cali ti abbraccia come un polpo, ti tiene al sicuro vicino al suo cuore, e non ti lascia andare via se non con la voglia di ritornare presto“.

Cristo Rey. Certamente, questa gigantesca statua di Gesù non è grandiosa come il Cristo Redentore di Rio, ma è comunque impressionante. Poiché è arroccato sulla cima di una collina che domina la città, i panorami sono superbi e una visita può essere facilmente combinata con la vicina fattoria delle farfalle Andoke.

Andoke. Una gemma non ancora scoperta appena fuori città, questa enorme fattoria delle farfalle vanta oltre 15 eleganti specie di colori artificiali. Una serie di graziosi sentieri pedonali attraversano il complesso mentre guide esperte fanno un lavoro sbalorditivo per spiegare i cicli vitali di queste straordinarie creature: dal bruco al bozzolo alla farfalla.

Zoo di Cali. Ampiamente considerato il miglior zoo della Colombia, un viaggio allo Zoológico de Cali è un must per le famiglie e gli appassionati di fauna selvatica. Tra gli animali esotici su questi vasti terreni ci sono tigri, enormi iguane, scimmie e fenicotteri rosa andini.
È una fantastica esperienza non solo per i bambini. Anche se la maggior parte degli animali dormono, potrete trovare tante specie e la cosa più bella è che non sono in gabbia ma in uno spazio all’aria aperta.

Gato de Tejada. Un’attrazione piuttosto insolita, questo parco rende omaggio al famoso artista colombiano Hernando Tejada, che ha creato la famosa scultura centrale di un gatto. Dopo essere stato tragicamente scomparso pochi anni dopo, artisti locali si sono riuniti e hanno scolpito altre 15 statue feline in suo onore.

Iglesia de San Antonio. Situata in cima a una collina a ovest del centro storico, si trova Iglesia de San Antonio, una pittoresca chiesa del XVIII secolo che contiene una serie di manufatti religiosi unici scolpiti nel legno. La maggior parte viene a godersi il piacevole parco circostante, tuttavia, che offre eccellenti vedute della città.

Barrio San Antonio.Poco distante dalla chiesa si trova il centro storico di Cali, l’originale Barrio San Antonio. Ha un fascino indescrivibile. Molti lo paragonano a la Candelaria a Bogotà, ma in realtà è molto più tranquillo. Le case sono una più bella dell’altra. All’interno di questi affascinanti edifici coloniali ci sono caffè alla moda, bar e ristoranti esclusivi, che lo rendono un posto perfetto per mangiare, bere e divertirsi.

Gastronomia

Pan de bono


La cucina della Valle del Cauca (la regione dove si trova Cali) è famosa in tutta la Colombia perchè è super ricca e vuonissima! La mattina la panaderia sforna dei buonissimi Pan de bono ( un popolare snack al formaggio venduto in panetterie, caffè e bancarelle di strada in tutta la città). A metà mattina potete mangiarvi un’ottima empanadas con aji accompagnata da champus, per pranzo una chuleta vallunaaccompagnata ad un succo naturale, per merenda una marranitas e a cena una tostadas o un arepa con todo. Poi c’è l’onnipresente lulada , una bevanda rinfrescante che combina la frutta lulu locale, il ghiaccio, lo zucchero e l’acqua (l’alcol è facoltativo).

Bogotà

Bogotà al tramonto

Bogotà è la capitale della Colombia e del dipartimento di Cundinamarca. Conta circa 7,8 milioni di abitanti. È il maggiore centro culturale ed economico del paese. Divisa in 20 quartieri, è sede dei principali edifici governativi. Il sindaco della città (Alcalde Mayor) è eletto ogni 4 anni insieme al Consiglio distrettuale.

Il nome Bogotà deriva dalla parola indigena Bacatá, che indica un tipo di agricoltura praticata dagli indigeni Muisca.

È situata al centro della Colombia, nella regione nota come Savana di Bogotà, parte dell’Altopiano Cundiboyacense, nella Cordigliera Orientale delle Ande. Con 2640 metri sul livello del mare, è la terza capitale sudamericana per altitudine dopo La Paz e Quito. È delimitata da un sistema montuoso dal quale si staccano i massicci di Monserrate e del Cerro de Guadalupe ad est della città. Il suo fiume più importante è il Rio Bogotà, altri fiumi importanti sono il Fucha e il Salitre i quali sono affluenti del Rio Bogotà. Nelle vicinanze della città, c’è la grande riserva naturale della regione del Sumapaz, che è più estesa della città stessa.

La fondazione di fatto della città di Bogotà fu celebrata il 6 agosto 1538 dallo spagnolo Gonzalo Jiménez de Quesada. Durante la maggior parte del periodo coloniale fu la sede del governo del Vicereame della Nuova Granada. Insieme a Cartagena de Indias, fu la città più importante nel territorio che oggi costituisce la Colombia.

Nel XX secolo iniziò un periodo molto florido per l’urbanistica della città: furono intrapresi molti progetti come la costruzione della città universitaria degli anni trenta. Il forte progresso di questi anni fu interrotto con la morte di Jorge Eliécer Gaitán (conosciuto come “el Caudillo Liberal”, era un giurista, scrittore e politico colombiano), giacché in seguito a questo avvenimento, la città fu saccheggiata e distrutta.

Le cose da non perdere…

Trafficata, inquinata, caotica, e poco sicura; quando si pensa a Bogotà queste sono le prime parole che vengono associate a questa città, considerata anche come una delle capitali più pericolose del mondo, anche da chi magari non ha mai visitato questa metropoli.

Come tutte le capitali dell’America Latina, anche qui non mancano episodi spiacevoli ed esistono zone poco raccomandabili per turisti e viaggiatori, ad esempio il quartiere de La Candelaria, il centro storico della città, da visitare durante il giorno ma altamente sconsigliato nelle ore notturne.Conoscere le aree off limits è fondamentale per evitare di finire in qualche situazione spiacevole e affrontare un viaggio in tutta sicurezza in Colombia, ma nonostante questo a Bogotà ci sono tante altre alternative per chi ama la vita notturna, la gastronomia di questo paese e la cultura, e basterà evitare i quartieri meno sicuri per innamorarsi di questa città e della sua gente sorridente e sempre pronta ad aiutarti.

La Candelaria e Monserrate

Considerato il vero centro della città di Bogotà, La Candelaria è un quartiere molto caratteristico dove puoi visitare Plaza Bolívar, la piazza principale, e la Cattedrale. Al centro della piazza si trova una statua di Simón Bolívar, scolpita dall’italiano Pietro Tenerani.

Dalla piazza, sulle montagne circostanti, puoi scorgere una chiesa sulla montagna più alta chiamata Monserrate, che domina Bogotà dai suoi 3150 metri di altezza; con una funicolare puoi salire sulla cime e godere di una vista mozzafiato per capire meglio l’enormità di questa metropoli da circa 8 milioni di abitanti.

Un altro punto panoramico della città è il grattacielo da 50 piani, chiamato Torre Colpatria, che si trova a circa 15 minuti a piedi dalla Plaza Bolívar; qui puoi salire a pagamento (500o pesos colombiani, circa 1,5€ -aperto da venerdì a sabato) sulla terrazza panoramica e osservare più da vicino i palazzi circostanti e la Plaza de Toros.

Zona G e Zona T per la vita notturna

La Colombia è famosa in tutto il mondo per la rumba, la voglia di far festa dei colombiani, e le due zone per assaporare il clima che si respira in questo paese sono due aree chiamate rispettivamente zona G e zona T. Puoi iniziare la serata nella zona G (G è l’abbreviazione della parola Gourmet), dove troverai tantissimi ristoranti nazionali e internazionali, e poi spostati nella zona T tra bar e pub.

Tieni presente che in Colombia si comincia presto a far festa per cui dalle 7 della sera in poi ogni scusa è buona per mischiarsi alla gente del posto e ballare o semplicemente bere una cerveza in uno dei bar di questo quartiere!

I due locali senza dubbio più caratteristici sono la birreria chiamata Bogotà Beer company e Andrés Carne de Res, dove puoi mangiare, ballare e divertirti in un locale tipico colombiano.

Oltre a bar e ristoranti nella zona T puoi trovare diversi centri commerciali e negozi per fare shopping, e poco distante nel Parque de la 93 un bel parco circondato anche in questo caso da altri bei locali. Queste zone sono tra le più sicure della città vista la presenza di polizia per le strade e personale all’ingresso di ogni locale.

Mercato di Usaquen

Usaquen è un quartiere coloniale a nord di Bogotà. Questa zona della città è perfetta per camminare, fare shopping, mangiare in uno dei ristoranti o semplicemente visitare il mercado de las pulgas (il mercato delle pulci) con centinaia di bancarelle e persone che affollano le strade di Usaquen ogni domenica. La zona di Usaquen è molto caratteristica ed è l’ideale per allontanarsi dal caos e dal traffico della capitale; durante i fine settimana e specialmente la domenica, questo quartiere viene letteralmente preso d’assalto da turisti, viaggiatori e persone del posto in cerca di relax e shopping tra il centro commerciale Hacienda Santa Barbara e i numerosi bar e ristoranti presenti.

Per raggiungere Usaquen puoi percorrere la carrera septima in bus o in taxi, fino al centro commerciale Hacienda Santa Barbara, da qui puoi proseguire a piedi e semplicemente seguire la folla di persone diretta verso il parco e la piazza centrale, dove puoi visitare la Iglesia Santa Bárbara e assistere alle performance degli artisti di strada. Puoi arrivare ad Usaquen anche con il treno turistico che parte dalla stazione La Sabana nel centro di Bogotà.

Tra gli oggetti che puoi trovare e acquistare tra le bancarelle del mercato di Usaquen ci sono souvenir di tutti i tipi: borse molto caratteristiche e colorate, portafogli in pelle, scarpe, vestiti, orologi, cappelli e accessori di vario genere. Ovviamente non mancano anche le bancarelle dove viene venduto street food come empanadas, arepas, obleas (un dolce tipico colombiano) e ancora tranci di pizza, crepes, dolci di vario genere, churros, caffè, succhi, etc etc.

Il quartiere sembra essersi fermato nel tempo ed è senza dubbio una delle cose da non perdere se decidi di visitare Bogotà! Ricorda però, che il mercato è aperto solo la domenica ma puoi fare un giro per la zona durante tutta la settimana.

Arte e cultura

Non mancano i musei per chi vuole capire meglio la storia di questo paese, e a Bogotà ce ne sono oltre 50, senza contare le 60 gallerie d’arte della capitale. Tra i più famosi da menzionare senza dubbio il Museo dell’oro, situato nel quartiere della Candelaria, dove puoi ammirare la collezione più grande al mondo di reperti precolombiani, tutti ovviamente in oro.

L’altro museo da non perdere è quello dedicato a Fernando Botero, pittore e scultore colombiano con uno stile molto particolare che vi ho già mostrato nell’articolo precedente dedicato alla città di Medellin.

Gastronomia

La gastronomia bogotana e dell’altopiano cundiboyacense deriva dagli indigeni Muisca e dalle tradizioni europee. I Muisca consumavano mazamorras (una specie di porridge) di mais o patate con alimenti tradizionali conditi con guasca per dare il sapore piccante. Con l’arrivo degli europei, vennero aggiunti il pollo e altri alimenti che resero la zuppa più ricca e in seguito vennero inventati altri tipi di piatti e zuppe popolari come l’ajiaco, il sancocho e il mondongo (una specie di trippa). La patata e la guasca sono ingredienti autoctoni della regione andina e specificamente della zona che oggi comprende Cundinamarca, Boyacá e parte di Santander.

Medellin

Medellin è un comune colombiano, capitale del dipartimento di Antioquia. È la città più popolata del dipartimento e la seconda più popolata del paese (la città ha una popolazione di 2.508.452 abitanti. Mentre questa cifra, compresa l’area metropolitana, ammonta a 3.821.797 persone). Si trova nella parte più ampia della regione naturale conosciuta come Valle de Aburrá, nella catena montuosa centrale delle Ande. Si estende su entrambe le sponde del fiume Medellin, che l’ attraversa da sud a nord, ed è il nucleo principale dell’area metropolitana della Valle de Aburrá.

Durante il diciannovesimo secolo, Medellin si sviluppò come un dinamico centro di commercio, esportando prima l’oro e successivamente la mercificazione dall’industrializzazione della città.

Medellin, in quanto capitale dipartimentale, ospita la sede del governo di Antioquia, l’Assemblea dipartimentale, la Corte Superiore del Distretto di Medellin e varie imprese pubbliche, istituzioni e agenzie governative colombiane.

Cosa vedere

Illuminazione natalizia a Medellin

Tra le principali destinazioni ci sono il Museo di Antioquia, Plaza de Botero, Pueblito Paisa, il Parco Barefoot, l’Oviedo Mall, il Parco Explora e il Gardino Botanico. Per quanto riguarda i siti naturali, i più attivi sono il Cerro El Volador e il Cerro Nutibara. Un nuovo spazio naturale inaugurato pochi anni fa è il il Parco regionale Arví che ha una superficie di quasi 20.000 ettari, copre praticamente l’intero territorio del villaggio di Santa Elena e si estende tra i comuni di Bello, Capocabana, Guarne e Envigado.

A dicembre, la città è ricoperta da migliaia di lampadine colorate, creando la famosa illuminazione natalizia, considerata dal National Geographic come una delle dieci più belle al mondo e che può essere vista principalmente sul viale Spiaggia e dal fiume Medellin.

Nella città ci sono diversi settori in cui l’offerta alberghiera è concentrata. Gli hotel del villaggio sono in grado di ospitare 8.200 persone e nel centro della città ci sono 34 hotel che dispongono di 1.400 posti letto. Medellin offre a tutti i suoi visitatori diverse opzioni di alloggio in fattorie tradizionali, case di campagna Boutique Hotels e City Hotels.

Un po’ di cultura…

Il Museo di Antioquia, fondato nel 1881, è il museo più importante della città. Attualmente ha una collezione di oltre 5.000 pezzi che includono materiale archeologico e arte contemporanea. Dal 2000 l’istituzione ha sede nel vecchio palazzo municipale di Medellin. Il museo conserva una collezione di 126 dipinti di Fernando Botero e collezioni di 21 maestri internazionali. Mentre il Parque de las Esculturas espone anche 23 sculture di Botero, che formano una galleria all’aperto con una parte delle opere più importanti del maestro.

Gatronomia

Bandeja Paisa

La cucina colombiana ha diverse influenze regionali, nonché di tipo indigeno chibcha, spagnola, africana, araba e di alcune cucine asiatiche.

La cucina colombiana è influenzata dalla diversa flora e fauna presenti nelle diverse regioni, nonché dalle tradizioni culturali dei gruppi etnici che vi abitano. Gli ingredienti comuni sono: cereali come riso e mais, tuberi come patate e cassava, legumi, carne di manzo, pollo, maiale e capra, frutta e pesce.

Nella città di Medellin, il piatto tipico è la bandeja paisa (la foto sopra) che contiene fagioli, riso, carne asada (arrostita), chorizo, uova fritte, arepa (piccolo pane circolare preparato con mais bianco) e chicharrón. È solitamente accompagnato da avocado, pomodoro e salse.

La Storia

Sono sicura che tutti voi, miei cari lettori, conosciate gli Aztechi, i Maya e gli Incas. Al contrario pochi conoscono chi furono i Chibcha, gli antichi abitatori della mia terra: la Colombia. Gli studiosi della civiltà precolombiana hanno assicurato che essa non fu assolutamente inferiore alle altre, però ciò non può essere documentato perché tutto è andato distrutto e predato ai tempi della conquista spagnola.

Nonostante il nome di Colombia, questa terra non fu scoperta da Colombo, sebbene così chiamata in suo onore. Il primo europeo che pose piede su questa terra fu Alfonso de Ojeda nel 1499.

Il compito di abbattere il regno dei Chibcha fu affidato a Jimenz de Quesada che, dal 1536 al 1538, condusse una spedizione attraverso il territorio scontrandosi con gli indigeni; egli fu il fondatore di Santa Fé de Bogotà, sorta sulle rovine della capitale indigena. Nel 1536 la Colombia fu eretta a “Presidenza autonoma”, segno che gli era riconosciuta una certa importanza ed infatti si erano subito scoperte redditizie miniere di smeraldi ed i coloni impiantavano ovunque floride fattorie.

Come accadde per le altre colonie dell’America meridionale, anche in Colombia iniziò su vasta scala la colonizzazione da parte degli spagnoli che fondarono città e villaggi. Naturalmente non mancavano difficoltà di ogni tipo a causa di ribellioni che portavano all’insicurezza territoriale e le continue scorrerie costiere che si protrassero fino alla metà del XVII secolo.

Nel 1819 entrò in scena l’uomo che fu chiamato il “Libertador de la Colombia”, Simon Bolivar; egli con le sue vittorie a Vargas occupò la via di Bogotà, sconfisse gli spagnoli sulle rive del fiume Boyacà ed entrò nella capitale il 10 agosto fra le acclamazioni del popolo.